L'Avvento irrompe nelle nostre vite come lo spezzarsi di una catena, come un invito alla libertà vera.
Anche se questo Avvento prende avvio nel tempo che è di tutti, dentro la storia di tutti, è come se di questa storia esso ci rivelasse il profondo segreto e il significato autentico: il tempo come infinita misericordia di Dio tanto appassionato all'uomo da riversarsi nella storia e farsi uomo Egli stesso.
Il tempo della liturgia, con i suoi canti, le letture, i colori, è il modo semplice con cui la Chiesa ci ricorda che è Dio a fare una storia con l'uomo, in cui desidera coinvolgere me e te.
Il tempo di Avvento è il tempo in cui Egli, attraverso la Chiesa, si prende nuovamente a cuore le nostre attese, le purifica e le dilata, ci fa staccare dalle immagini su cui ci siamo fissati e ci rialza lo sguardo a Cristo che viene, non domani, ma oggi.
Tutta la storia di Israele è, in fondo, il dilatare e far maturare questa attesa nel cuore del suo popolo da parte di Dio. Duemila anni fa, tanti attendevano in Israele e tanti attendevano cose diverse: un Messia guerriero, un Sommo sacerdote che avrebbe ripristinato il vero Tempio, un nuovo Re per Israele e via dicendo, fino a quella confusa attesa di un cambiamento radicale che anche i pagani vivevano...
Eppure fu l'attesa semplice e povera della Madonna quella che venne intercettata, in lei il Mistero trovò quella disponibilità totale che gli consentì di entrare discreto nella storia.
Dopo duemila anni iniziamo ancora una volta l'Avvento per mendicare la semplicità di cuore della Madonna, perché la venuta di Cristo non sia solo una commemorazione ma trasformi noi e le nostre vite...