Parrocchia di Mestrino

comunità parrocchiale di S. Bartolomeo Apostolo in Mestrino

Vai al contenuto

La chiesa parrocchiale

La prima memoria di una chiesa esistente in Mestrino risale al 1297, quando viene menzionata l'«ecclesia S. Bartholomei del Mestrino», una delle chiese della pieve di Lissaro. Nella relazione della visita pastorale del vescovo Ormaneto (21 maggio 1572) viene descritta l'antica parrocchiale a tre navate, con cinque altari e il campanile sopra la cappella dell'altare maggiore. La chiesa, visitata da san Gregorio Barbarigo nel 1670 in occasione della prima visita pastorale, fu trovata in pessime condizioni. Restaurata nel 1680, il 21 giugno 1689 la navata centrale rovinò sotto il peso della vecchiaia.

la chiesa vista dalla piazza Il parroco don Giovanni Zara fece ricostruire la chiesa in poco più di un mese ad una sola navata sui vecchi muri maestri. Sei anni dopo, il 28 aprile 1695, visitandola, san Gregorio Barbarigo la trovò «costruita ed eretta con la massima diligenza, pietà e zelo». Il suo successore, card. Giorgio II Corner, la consacrò il 26 maggio 1708. Alla metà dell'Ottocento risultava però «piccola, disadorna e cadente».

Tra il 1876 e il 1880 fu costruito il nuovo campanile, per opera del parroco don Angelo Candeo. Nella sua relazione per la visita pastorale del 6 ottobre 1888 egli dichiara che «la chiesa e per il bisogno della popolazione e per la poca sicurezza dei muri (era stato necessario puntellarli l'anno prima) e per mancanza di architettura avrebbe bisogno d'essere rifatta funditus (dalle fondamenta)». Concepita da don Angelo Candeo, che in parte la finanziò con i proventi derivanti dalle proprie invenzioni, fu iniziata su progetto del mestrinese Cesare Pegoraro nel marzo del 1894; due anni dopo cominciò ad essere utilizzata e il 17 ottobre 1897 fu solennemente inaugurata dal vescovo Callegari. Terminata del tutto la facciata nel 1911 e il pavimento nel 1928, fu consacrata il 23 novembre 1939. Costruita in stile neoclassico corinzio con sottocoro e cinque altari e caratterizzata da una bella facciata, la chiesa ha misure monumentali: la navata è lunga 28 metri e larga 14, il presbiterio è un quadrato di 9 metri e l'altezza interna a soffitto è di 21 metri; all'esterno la chiesa ha un'altezza massima di 25 metri.

la chiesa vista dall'aereo L'artistico altare maggiore, proveniente dalla veneziana chiesa di San Francesco della Vigna, è opera di vari artisti del XVII secolo, tra cui il Longhena (autore della mensa) e il Baratta (gruppo scultoreo dell'Annunciazione). L'altare della Madonna del Rosario è un bell'esempio di tardo Seicento e viene dalla chiesa precedente; quello di Sant'Antonio, proveniente dalla vecchia chiesa di Carturo, risale alla fine del Settecento ed è caratterizzato da particolari barocchi. Gli altri due altari, dedicati al Sacro Cuore e alla Sacra Famiglia (con un dipinto del 1993 opera di Giorgio Verri), sono del secolo scorso e non presentano particolare interesse. L'altare della celebrazione, opera dello scultore Romeo Sandrin, è stato consacrato nel 1999 assieme al nuovo ambone, entrambi in marmo bianco di Carrara e incentrati sul tema dei discepoli di Emmaus.

Il portale d'ingresso è impreziosito da un bassorilievo bronzeo risalente alla fine del Novecento, rappresentante la Vocazione di San Bartolomeo, opera di Alberto Verza.

Passando alle pitture, sono da segnalare la pala posta sopra l'altare maggiore, proveniente dalla vecchia chiesa; essa è opera di autore ignoto di fine Settecento e raffigura il martirio di San Bartolomeo; sempre al martirio e alla gloria si San Bartolomeo sono dedicati i due grandi quadri a olio su compensato del soffitto, dipinti nel 1934 da Silvio Travaglia e Antonio Soranzo.

Merita, infine, un cenno l'organo a canne, opera originariamente costruita da Gaetano Callido, noto organaro del Settecento, per la chiesa di Breganze (VI), che nel tempo è stato sottoposto a vari lavori di ampliamento, rifacimento e restauro (l'ultimo dei quali è del 1993).

Notizie tratte dalle pubblicazioni: "La diocesi di Padova" (1972), "Mestrino: breve storia della chiesa parrocchiale" (1989) e "Mestrino, storia e fede di una comunità" (1999), alle quali si rimanda per un ulteriore approfondimento.