Parrocchia di Mestrino

comunità parrocchiale S. Bartolomeo Apostolo in Mestrino

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Settimana biblica sulla Genesi

Monastero di Bose, 6-11 luglio 2015

la preghiera dell'incenso

Da alcuni anni all'inizio del mese di luglio la nostra parrocchia, guidata da don Sergio, partecipa ad una settimana biblica al monastero di Bose, un'oasi di pace immersa nel verde delle colline biellesi. Un'esperienza, per me la prima, alquanto singolare perché non consente soltanto di frequentare un corso di formazione ma chiede anche di accogliere i ritmi e i tempi della vita dei monaci.

L'intera giornata è scandita dal rintocco delle campane che danno la sveglia e richiamano alla preghiera comunitaria nei tre momenti più significativi della giornata: le Lodi al mattino, l'Ufficio di mezzogiorno e i Vespri la sera. L'innalzamento della lode al Signore e la preghiera sono sempre accompagnati dal canto, un canto di indescrivibile bellezza. Qui i cristiani di diverse confessioni non solo pregano ma pregano cantando insieme a fratelli e sorelle in modo che la preghiera esprima con forza la bellezza del dialogo con Dio. In tutta l'area di pertinenza del monastero si respira un clima di spiritualità e di laboriosità.

Ciò che mi ha colpito in maniera particolare al mio arrivo è il silenzio che si deve rispettare in tutti i luoghi del monastero, eccezion fatta per la zona accoglienza. In un mondo come il nostro in cui il silenzio è raro o addirittura assente e in cui siamo bombardati da messaggi sonori e visivi, ad un primo impatto rimanere soli con sé stessi a lungo può fare paura. Eppure abbiamo un grande bisogno di silenzio per concentrarci sulle cose essenziali, per dedicarci in maniera fruttuosa alla preghiera e alla riflessione personale. Solo il silenzio, infatti, scava nel nostro profondo e ci dispone all?ascolto. Ci fa distinguere i suoni della presenza di altre creature intorno a noi, ci fa leggere dentro gli eventi che ci accadono e ci permette di ascoltare meglio noi stessi e gli altri. È forse l'unico modo che ci consente di accogliere pienamente la parola di Dio e di riconoscere la sua presenza nella nostra vita.

Ogni giorno poi, al mattino e al pomeriggio, abbiamo partecipato agli incontri di formazione tenuti da Daniel Attinger, monaco della Fraternità di Bose a Gerusalemme e pastore riformato su una tematica decisamente suggestiva e ancor oggi attuale “Un Dio che si implica nella nostra storia: una lettura della Genesi”.

Analizzare l'origine del creato e dell'essere umano e l'esistenza del male non è stata un'operazione facile. Il libro della Genesi è probabilmente il libro che più di altri suscita delle domande e nell'arco del corso ne sono emerse davvero tante. Nella prima parte del libro l'autore non è interessato tanto a descrivere le origini del mondo sull'asse temporale, quanto a scoprire il senso, il significato profondo della creazione e della presenza dell'uomo all'interno di essa. Nella seconda parte, descrivendo l'esperienza dei patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe egli vuole offrire la risposta agli interrogativi di fondo che gli uomini e le donne di ogni tempo si pongono relativamente alla loro origine (da dove veniamo?), alla propria identità di credenti (chi siamo?) e al futuro che li attende (verso dove stiamo andando?). Daniel Attinger è stato generoso di esemplificazioni, di approfondimenti biblici, di percorsi interpretativi per riconoscere l'impronta di Dio dentro ciascuno di noi fin dal principio e che l'amore di Dio verso tutte le sue creature continua ancora oggi a rappresentare la linfa vitale per uscire dalla morsa del male, per scacciare la tentazione di essere autosufficienti, onnipotenti, rovesciando così i ruoli tra creatura e Creatore.

È stata una settimana proficua e profonda ma anche rilassante che mi ha arricchita sia dal punto di vista umano che spirituale dove ho incontrato tanti volti amici con i quali ho condiviso intensi momenti di preghiera e di gioiosa convivialità. Abbiamo bisogno di esperienze spirituali d'amore come questa perché il nostro amore umano riesca, di quell'amore divino che alimenta il nostro amore umano come una sorgente per poter gioire di quel tanto di amore, sia pur limitato, che ci circonda. Al di là dell'istruzione ricevuta, ci&0grave; che mi ha trasmesso e lasciato nel cuore questa esperienza è uno sguardo nuovo sulla vita, più consapevole e più vero, più responsabile e più fraterno.

Ornella B.

incontro di formazione