Parrocchia di Mestrino

comunità parrocchiale S. Bartolomeo Apostolo in Mestrino

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Mestrino - Sidney - Mestrino

ovvero: La nostra partecipazione alla GMG 2008

SingaporeSingapore-AdelaideAdelaide-SydneySydney-AdelaideFrancescoMarta

Singapore

È iniziata l'esperienza!

Siamo stati accolti a Singapore con molto calore (nella foto si vede l'incaricato della parrocchia che è venuto a prenderci).

Siamo ospiti della Parrocchia di Santa Maria degli Angeli; il parroco, un frate molto accogliente (nella foto, sta preparando la grigliata per noi, venerdì sera ora locale), è stato ospitalissimo: abbiamo trovato delle camere molto accoglienti ed abbiamo iniziato a conoscere Singapore.

Domani visiteremo la città e domenica celebreremo con tutta la Comunità

Le altre foto mostrano momenti assieme con il parroco del paese e con alcuni giovani.

il “comitato di accoglienza” Foto di gruppo a Singapore Con alcuni giovani a Singapore Il parroco-cuoco La cena - 1 La cena - 2

Singapore - Adelaide

Secodo gruppo di foto che raccontano alcuni momenti di vita a Singapore:

  • Visita alla città
  • Celebrazione domenicale con la comunità che ci ha accolto (frequentata dall'80 dei battezzati; le sei messe festive celebrate raccolgono circa 7.000 persone). I giovani sono stati presenti alla messa delle 10.45 e dopo la comunione hanno eseguito un canto di fronte alla comunità.
  • Nel pomeriggio fantastico gioco per le strade di Singapore, con i ragazzi del luogo (vedi foto dei ragazzi di Mestrino con gli amici di Singapore).
  • Accoglienza ad Adelaide e festa di benvenuto presso i locali della parrocchia che ospita i ragazzi, con barbeque finale. È stato un momento bellissimo e molto caldo.

Il prossimo gruppo di foto lo pubblicheremo dopo il 16 luglio.

Visita di Singapore - 1 Visita di Singapore - 2 Celebrazione a Singapore - 1 Celebrazione a Singapore - 2 Visita di Singapore - 3 Visita di Singapore - 4 Visita di Singapore - 5 Accoglienza ad Adelaide - 1 Accoglienza ad Adelaide - 2 Accoglienza ad Adelaide - 3 Accoglienza ad Adelaide - 4 Accoglienza ad Adelaide - 5 Accoglienza ad Adelaide - 6 Accoglienza ad Adelaide - 7

Adelaide - Sydney

Le prime immagini mostrano le famiglie che ci hanno ospitato durante la settimana passata ad Adelaide.

Successivamente vengono presentate alcuni momenti di condivisione a Sydney, sia di festa che di amicizia nata con altri gruppi.

L'ultima fotografia ci ritrae in gruppo con Mons. Menichelli, Vescovo di Ancona, subito dopo la prima catechesi.

Ad Adelaide, con le famiglie - 1 Ad Adelaide, con le famiglie - 2 Ad Adelaide, con le famiglie - 3 Ad Adelaide, con le famiglie - 4 Ad Adelaide, con le famiglie - 5 Ad Adelaide, con le famiglie - 6 Ad Adelaide, con le famiglie - 7 A Sydney - 1 A Sydney - 2 A Sydney - 3 A Sydney - 4 Foto di gruppo con il Vescovo di Ancona

Sydney - Adelaide

Pubblichiamo ora le foto dell'ultima settimana, con la permanenza a Sydney, i giorni della GMG e la seconda tappa ad Adelaide, ospiti nella parrocchia di S. Ignazio, diversa da quella della prima tappa.

In attesa della realizzazione del DVD con tutte le immagini, chi volesse avere qualcuna di queste foto nel formato originale può richiederla al webmaster.

Il benvenuto a Sydney In cammino per le vie di Sydney In attesa della Messa di apertura Sosta per il pranzo Trasferimento in treno Giorno di pausa: a Bondi Beach Inizia il pellegrinaggio verso la spianata di Randwick Attraversamento dell'Harbour Bridge Sulla spianata di Randwick, preparandoci per la veglia - 1 Sulla spianata di Randwick, preparandoci per la veglia - 2 La spianata si sta riempiendo La notte a Randwick - 1 La notte a Randwick - 2 Passa il Papa La Messa a Randwick Uscendo da Randwick - 1 Uscendo da Randwick - 2 Accoglienza ad Adelaide Condivisione dell'esperienza A Seven Hill, attorno alla croce della GMG

1a testimonianza alla fine della GMG

Palco rosso e colomba bianca sulla sommità, sotto una croce illuminata. È il palco di Randwick, l'ippodromo di Sydney che ci ha accolto assieme a Benedetto XVI per la veglia della XXIII GMG.
Eravamo in 400mila giovani presenti, abbiamo pregato insieme con il papa, riflettendo sui sette doni dello Spirito Santo, in accordo con il tema della GMG: “Riceverete forza dallo Spirito Santo, che scenderà su di voi e sarete miei testimoni”.

Una celebrazione suggestiva, cominciata al buio. La spianata si è poi gradualmente illuminata con il fuoco di un cero, acceso da una ragazza aborigena. Dal palco una fortissima luce rossa. Il fuoco è passato da persona a persona, accendendo tutte le candele dei pellegrini. Il colpo d'occhio della spianata si è fatto notevole, l'atmosfera perfino rarefatta quando è cominciata l'adorazione.
I giovani hanno riflettuto e pregato, tra la musica, le danze e le testimonianze, che si sono fatte assolo quando ha parlato il pellegrino più importante, Benedetto XVI.

“Ciò che costituisce la nostra fede non è in primo luogo ciò che facciamo, ma ciò che riceviamo”, ci ha detto il papa, parlando di comunione e testimonianza. “Dopo tutto, - ha aggiunto - molte persone generose che non sono cristiane possono realizzare ben di più di ciò che facciamo noi”.
Sul palco la croce e l'icona della GMG, portate dai volontari. Come sottofondo il “Receive the power”, l'inno ufficiale della GMG, spesso con la prima strofa in italiano. I doni dello Spirito “ci chiamano ad un'attiva e gioiosa partecipazione alla vita della Chiesa - ha spiegato il Papa - nelle parrocchie e nei movimenti ecclesiali, nelle lezioni di religione a scuola e nelle altre organizzazioni cattoliche. Sì, la Chiesa deve crescere nell'unità, deve rafforzarsi nella santità, ringiovanirsi, e costantemente rinnovarsi. Ma secondo quali criteri? Quelli dello Spirito Santo!”
È un richiamo forte ad una fede praticata e trasmessa, quello di Benedetto XVI, che deve fare però i conti con la quotidianità delle scelte.

“Occorre, allora, - dice il papa - resistere alla tentazione di andarcene via”, la tentazione cioè del “Cristo si, Chiesa no”. Occorre anche rifuggire le occasioni illusorie di appagamento.
“Dio è con noi nella realtà della vita e non nella fantasia! Affrontare la realtà, non sfuggirla: è questo ciò che noi cerchiamo! Perciò lo Spirito Santo con delicatezza, ma anche con risolutezza ci attira a ciò che è reale, a ciò che è durevole, a ciò che è vero. È lo Spirito che ci riporta alla comunione con la Trinità Santissima!”

“L'amore è il segno della presenza dello Spirito Santo! Le idee o le parole che mancano di amore –anche se appaiono sofisticate o sagaci, non possono essere dello Spirito”, spiega il papa.
D'altronde lo Spirito Santo è dono, “che soddisfa la nostra sete più profonda e ci conduce al Padre. Il Dio che si concede a noi come dono è appunto lo Spirito Santo. Al pari di una sorgente perenne, egli offre niente di meno che se stesso. Osservando questo dono incessante, giungiamo a vedere i limiti di tutto ciò che perisce, la follia di una mentalità consumistica.”

In conclusione il papa invita a rispondere allo Spirito anche nella vita di ogni giorno, come la chiesa fa nell'intera umanità. “Anche voi siete chiamati ad esercitare i doni dello Spirito tra gli alti e i bassi della vita quotidiana - ha detto il papa. - Fate sì che la vostra fede maturi attraverso i vostri studi, il lavoro, lo sport, la musica, l'arte. Fate in modo che sia sostenuta mediante la preghiera e nutrita mediante i Sacramenti, per essere così sorgente di ispirazione e di aiuto per quanti sono intorno a voi.”
Tutto questo anche perché, “la vita non è semplicemente accumulare, ed è ben più che avere successo. Essere veramente vivi è essere trasformati dal di dentro, essere aperti alla forza dell'amore di Dio.”
“Accogliendo la potenza dello Spirito Santo - ha concluso - anche voi potete trasformare le vostre famiglie, le comunità, le nazioni. Liberate questi doni! Fate sì che sapienza, intelletto, fortezza, scienza e pietà siano i segni della vostra grandezza!”.

Riflettendo nel viaggio di ritorno mi chiedevo qual'è il contributo che i giovani credenti possono dare a questo tipo di società obesa e depressa. Viviamo in una società in cui bisogna apparire. Per farlo noi giovani dobbiamo sostenere questa tendenza con il look, l'immagine e quant'altro. Camminiamo nella subdola seduzione di tre miti che oggi stregano il cuore di molti.
L'esaltazione del piacere sempre e comunque, caratteristica di una società “del nulla”.
Poi, l'immagine: se la regola oggi è “apparire per non morire”, allora domani si rischia di essere “tutti uguali”.
Ultimo mito è lo sballo: se non ti fai otto drinks e superalcolici, se non prolunghi l'uscita serale fino alla colazione del giorno dopo, allora sei etichettato come quello che non sa divertirsi. Uno sballo, che rende spietatamente più soli e più tristi.

Credo che il Papa ci abbia voluto scrivere in testa che bisogna amare il Signore in ogni situazione e non solo quando ci “fà più comodo”. Già il venerdì sera, dopo il ritorno in Italia, trovandomi coi miei amici, sono stato un pò “sfidato”. Sapevo che mostrare loro la libertà e la verità degli insegnamenti di Cristo li avrebbe avvicinati a Lui e volevo facilitare questo. Ma non era semplice; conoscevo ciò che Cristo aveva insegnato e volevo difendere gli i suoi insegnamenti, ma non sapevo cosa dire. Così ho chiesto allo Spirito Santo di aiutarmi a servirLo e a farLo conoscere ai miei amici. Mi sono stupito di ciò che riuscivo a comunicare: parole e idee che prima non avevo. Non so se qualcuno dei miei amici si sia avvicinato di più al Signore grazie alle mie parole, ma mi affido al fatto che Lui è all'opera dentro di loro. E ho fiducia nel fatto che Dio gioisce dei nostri tentativi di difenderLo e di amarLo come Lui solo può essere amato.

Una storiella letta anni fà racconta di un imperatore che disse a un rabbino: “Vorrei tanto vedere il vostro Dio”.
“È impossibile”, rispose il rabbino.
“Impossibile? Allora, come posso affidare la mia vita a qualcuno che non posso vedere?”.
“Mostratemi la tasca dove avete riposto l'amore per vostra moglie. E lasciate che io lo pesi, per vedere se è grande”.
“Non siate sciocco. Nessuno può serbare l'amore in una tasca”, rispose l'imperatore.
“Il sole è soltanto una delle opere che il Signore ha messo nell'universo, eppure non potete vederlo bene. Tanto meno potete vedere l'amore, ma sapete di essere capace di innamorarvi di una donna e di affidarle la vostra vita. Non vi sembra evidente che esistono alcune cose nelle quali confidiamo anche senza vederle?”.

È una semplice storia, ma che rispecchia realmente ciò che provavo tra quei 400mila giovani.
“Quanto è grande il tuo nome sulla terra”, si può urlare.
Questa frase si faceva via via reale a Rendwick. Mille occhi, mille volti, mille sorrisi e tutti abbracciati da un solo unico padre. È la magia di questa GMG, essere all'altro capo del mondo e essere comunque a casa.

Su un giornale si leggeva: «Non sono religioso, eppure questi ragazzi che adorano un uomo che sanguina sono “stupefacenti”».
Noi non siamo stupefacenti, è Cristo che è stupefacente, che ci dona la bellezza di essere persone amate.
Davanti a me ho visto ragazzi di tutto il mondo, a fianco l'uno con l'altro, donarsi sorrisi... è questa l'immagine che resterà improntata per sempre dentro di me!

Vorrei poter urlare un milione di parole, ma riesco a sussurrare solamente questo grazie piccolissimo, minuscolo che adesso sta scoppiando nel mio cuore:
un grazie per il Suo immenso amore!
un grazie per ciò che mi ha fatto vivere!
un grazie alle persone che l'hanno vissuto con me!
un grazie alle persone che ho conosciuto!
un grazie... a tutti!

E questa semplice poesia è il mio regalo a chi ha vissuto 3 settimane magnifiche con me:

Quando mi hanno abbandonato
quando sotto il peso
dell'anima crollavo
d'improvviso mi abbracciò Dio.

Non arrivò con suono di trombe
ma con abbraccio muto, vero, forte,
non venne una mattina bella, infuocata,
ma durante una buia notte di guerra.

E i miei occhi vanitosi
si sono accecati,
e la mia gioventù morì, ma Lui,
magnifico e splendente,
lo vedo per sempre.

Francesco

2a testimonianza

Eccomi qui tornata dall'Australia con tutto ciò che mi aspettavo vissuto nel migliore dei modi. E quando penso che tutto sia finito e la nostalgia di quei giorni prende in mano il mio cuore, mi rendo conto, invece, che è giunto il tempo di riaprire lo zaino con cui sono partita e di assaporare le attese diventate realtà ma soprattutto oggi divenute ricordi.

Le vetrine scintillanti dei negozi, i grattacieli di Sydney fanno bella mostra di una carta geografica un po' speciale, che mostra il mondo “ribaltato”: Australia al Nord ed Europa nell'Emisfero Sud. E in quei giorni, camminando per la città agli antipodi della nostra Italia, sembrava davvero di vedere un mondo ribaltato rispetto al solito: giovani ovunque, allegri e gioiosi, che portavano una testimonianza di amore e speranza a tutti i paesi della terra.
Gli stessi giovani che hanno saputo accogliere con un abbraccio caldo e appassionato Papa Benedetto XVI. Le danze degli aborigeni e delle diverse culture dell'Australia hanno reso ancora più unico l'incontro. Le sue toccanti parole hanno saputo scaldare gli animi dei tanti che aspettavano da tempo questa occasione di grazia. Il Santo Padre ci ha rivolto parole di vita e speranza: “La vita non è un semplice succedersi di fatti e di esperienze, ma una ricerca del vero, del bene e del bello”, e ci ha chiesto un impegno forte nella salvaguardia del creato, che risuona ancor più potente lanciato dalla terra di una bellezza mozzafiato.

Guardando i tanti giovani presenti a Barangaroo, Randwick, per le strade della città, davvero sembrava di sentir soffiare il vento impetuoso dello Spirito.
E questi giovani sembravano ricordarmi che è lo stesso soffio di speranza e di amore che soffia nei nostri paesi, solo che a volte per la frenesia, per la poca osservazione non si riesce a coglierlo.
È stata questa forza travolgente a unirmi nella Fede a migliaia di giovani di paesi, culture e tradizioni diverse, ho stretto mani di ogni colore, incrociato centinaia di sguardi diversi, ognuno con la propria storia; ma tutti legati da uno stesso filo: la certezza di un Dio che ci è stato, c'è e ci sarà vicino. Il nostro è un Dio che ci dice “Amami” cioè “Ho bisogno di Te, voglio stare dentro di Te, alla pari con Te, presente per farti vivere”. AmarLo è vedere il Suo volto in chi è debole nel corpo e nello spirito, in chi è indifeso, in chi è scartato dalla società, ma anche in chi vuole metterci in difficoltà, in chi è lontano dalla Fede, in chi è risucchiato dalla logica del lavoro, del guadagno, del divertimento sfrenato, in chi non ha mai ricevuto affetto e non ha mai potuto conoscere l'Amore vero di Gesù. È questo il Vangelo calato nella vita di tutti i giorni: scegliere radicalmente di viverne non solo le parole ma anche le opere.
Se ho sentito in me questa forza che sono riuscita a condividere con qualsiasi persona... Se guardo bene mi è stata donata dalla fraternità che ogni volto mi sussurrava.
La fraternità un bene da difendere e da volere.
Un bene da sognare, perché i sogni di oggi sono il futuro che muove il presente.
È nel cuore degli uomini che Dio sogna il suo sogno.

“Accogliete nel vostro cuore e nella vostra mente i sette doni dello Spirito Santo! Riconoscete e credete nella potenza dello Spirito Santo nella vostra vita”. È l'esortazione che Benedetto XVI ci ha rivolto durante la veglia.
“Radunati davanti alla nostra croce che ha tanto viaggiato e all'icona di Maria, sotto lo splendore celeste della Costellazione della Croce del Sud, fissiamo la nostra attenzione sul 'come' diventare testimoni cristiani in un mondo che per molti aspetti èd; fragile”.
“Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni”.
Con giovani di molte nazioni abbiamo chiesto a Dio di inviarci questa forza dello Spirito Santo.
È vero che nel nostro mondo moderno è diventato difficile per molti credere in Dio.
Cosa vuol dire allora essere testimoni di Cristo?
È lasciar crescere in noi una vita interiore, un'attenzione alla presenza di Dio in noi.
“Che tutti noi possiamo essere testimoni di Dio là dove viviamo!” Tutti noi possiamo diventare testimoni che contribuiscono ad una civiltà caratterizzata non dalla diffidenza ma dalla fiducia.
Il nostro mondo ha bisogno di uomini e donne che irradino la pace con la loro vita.

Torno da Sydney e mi dico ancora una volta che ciò che cambia il mondo non sono tanto le azioni spettacolari, quanto piuttosto la perseveranza quotidiana nel perdono e nella bontà umana.
Torno da Sydney scegliendo il “bene” e aspirando al “meglio”.
Torno da Sydney cosciente che la vera forza ci viene dallo Spirito, che è l'Amore di Dio riversato su di noi.
Torno da Sydney con la volontà di far crescere questi semi di pace, di giustizia e di amore, di ospitalità, di generosità che in quei giorni hanno riempito il mio cuore.
Torno da Sydney dicendo che la Giornata Mondiale della Gioventù non può essere un evento che resta in quei giorni. La GMG è portare avanti progetti, iniziative, insomma creare qualcosa di concreto perché l'amicizia respirata diventi tangibile e porti frutto.

Torno da Sydney dicendo grazie a Gesù perché ha avuto fiducia in noi piccola macchia nell'immensa tavolozza dell'umanità.
Torno da Sydney dicendo grazie a don Sergio per aver testimoniato l'immenso Amore di Dio con il suo modo di essere fino in fondo.
Torno da Sydney dicendo grazie alle famiglie che hanno saputo accogliermi come una figlia.
Torno da Sydney dicendo grazie ai miei eccezionali compagni d'avventura che sono riusciti a rendere i nostri ventidue giorni insieme indimenticabili.
Torno da Sydney con il ricordo indelebile dei tanti volti, dei sorrisi, dei gesti di amicizia, della voglia di stare insieme, del gioire.
Del gioire di quella gioia che proveniva da Lui.
Una gioia viva da portare e da donare anche agli altri.
Come diceva S. Agostino: “Chi vuol trovare in sé la propria gioia sarà sempre triste; chi invece cerca la gioia in Dio sarà sempre contento perché Dio è eterno”.

Ognuno si lasci condurre negli occhi da Gesù, perché cresca nel cuore il desiderio di vedere la luce, di gustare lo splendore della verità e di sentirsi accarezzare dalla forza del Soffio dello Spirito!

Marta (parrocchia di Lissaro)