Partenza da Mestrino alle 5,20 e arrivo qualche ora dopo a Spoleto, dove i nostri cuochi
(Loriana, Fortunato e Franco) ci preparano uno spuntino.
Sistemati gli zaini, ci mettiamo in marcia, passando per i paesi di Eggi, Bazzano Inferiore
(dove pranziamo) e Bazzano Superiore. Arriviamo a Poreta, dove siamo ospiti in una scuola.
Ci riposiamo e facciamo una doccia (fredda!!!).
La notte si preannuncia bella, e qualcuno decide di dormire sotto le stelle.
Dopo un'abbondante colazione partiamo, zaini in spalla, alla volta di Trevi,
che raggiungiamo dopo un lungo sali e scendi per i colli umbri, passando per Campello Alto,
Fonti del Clitunno, Pissignano e S. Arcangelo.
A Trevi incontriamo suor Milena, una giovane clarissa che ci parla della sua chiamata alla
vita consacrata in clausura. Dopo l'incontro, celebriamo la Messa prefestiva assieme
a suor Milena e alle sue consorelle.
Ceniamo (bravi i nostri chuochi!) e ci dividiamo per la notte: i maschi dormiranno presso le clarisse,
le “tose” presso le suore benedettine.
La giornata comincia presto, perché dobbiamo fare la cammiata più dura del campo:
ci attendono 750 metri di dislivello, sempre con lo zaino in spalla.
L'idea iniziale era quella di fermarsi a Sassovivo, ma questo non è possibile
perché, a causa di lavori, l'ambiente che ci dovrebbe ospitare non è agibile.
Per questo, dopo aver pranzato a Sassovivo, proseguiamo fino a Pale, dove dormiamo in un container,
ricordo del terremoto che ha scosso l'Umbria qualche anno fa.
Ceniamo insieme ad un gruppo della parrocchia di Schio, che dorme in tenda ( :P )
La tappa si annunciava come la più facile, ma si annunciano complicazioni meteorologiche.
Alla mattina il tempo tiene, poi comincia a piovere forte, e la marcia diventa molto impegnativa.
Quando arriviamo a Spello piove ancora e ci stanchiamo girando a vuoto cercando il monastero dove dobbiamo passare la notte.
Quando lo troviamo e ci mettiamo al coperto, la pioggia cessa.
Purtroppo il posto assegnatoci risulta essere troppo piccolo, e di dormire all'aperto, dopo tutta quella pioggia, non se ne parla nemmeno.
Le suore francescane si commuovono e ci consentono di utilizzare la chiesa, dopo che don Marco ha messo “al riparo” il Santissimo.
La notte passa sul freddo marmo del pavimento.
Siamo tutti stanchi e provati dalla fatica dei giorni precedenti, e arriviamo a Rivotorto (Assisi)
con la lingua un po' fuori, ma felici di avercela fatta.
In serata, per la cena, ci incontriamo con i “ciclisti”, il gruppo che con don Sergio
è partito da San Galgano (Grosseto).