A conclusione dell'anno catechistico, i catechisti sono stati invitati ad una gita-pellegrinaggio a Pavia per visitare la tomba di Sant'Agostino, dottore della Chiesa, che ivi è sepolto.
Con l'occasione è stata visitata anche la famosa «Certosa di Pavia», fondata da Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano, a circa 5 chilometri dalla città, probabilmente per consolidare la propria egemonia nell'Italia settentrionale ed acquistarsi la fama di protettore dell'arte e della Chiesa. Nella Certosa delle Grazie, i monaci certosini si ritiravano in solitudine a pregare in contemplazione, dedicandosi alla pittura, all'incisione, alla farmacia e soprattutto alla trascrizione di libri antichi e codici miniati (da cui il luogo comune circa la loro pazienza).
A sinistra, il gruppo dei catechisti che si sta radunando davanti alla chiesa di S. Pietro in Ciel d'oro, esempio insigne di arte romanica.
All'interno, sopra l'altare maggiore, si trova la gotica Arca di S. Agostino, contenente le ossa di Sant'Agostino trasferite da Ippona a Cagliari e da qui a Pavia nel secolo VIII. Si tratta di una complessa opera in marmo, ricca di statue e di rilievi, eseguita da scultori lombardi influenzati dall'arte toscana.
L'Ordine certosino è connotato da una vita contemplativa e semieremitica, caratterizzata dalla penitenza, dalla solitudine e dal silenzio.
La facciata della Certosa, in stile bramantesco, è tutta in marmo ed è così ricca di sculture da essere ritenuta il più splendido monumento decorativo d'Italia.
Il bellissimo chiostro piccolo, leggero e armonioso nella struttura architettonica, vivace nei colori, colpisce anche per la quantità e la bellezza delle sue sculture in terracotta.
Il chiostro grande, cinto anch'esso da un portico con decorazioni in terracotta,
trasmette una sensazione di distensione, raccoglimento ed invito alla preghiera.
Dal chiostro si accede alle 24 casette, l'una separata dall'altra, nelle quali i certosini trascorrevano buona parte della loro giornata. (nella foto, il giardinetto interno)