Il repertorio

C'è sempre un motivo

Il Gruppo Annuncio nasce con lo scopo di animare la liturgia. Da questo è derivata un'attenzione crescente nello scegliere i brani pił consoni alle celebrazioni, piuttosto che quelli che più ci piacciono.

Questo è uno dei motivi per cui il nostro repertorio è assai ampio; l'altro deriva dal fatto che cerchiamo di essere attenti a tutto quello che viene pubblicato, senza vincolarci a specifiche esperienze.

Accanto ad alcuni (pochi) “classici”, nel repertorio ci sono brani degli autori che hanno dato inizio allo stile “moderno” (Marcello Giombini, Michele Bonfitto e Domenico Machetta) e altri di coloro che hanno continuato la loro strada (Pierangelo Sequeri, Giosy Cento, Marco Frisina).

Privilegiamo però le composizioni di stile contemporaneo e facciamo riferimento soprattutto alle realtà che consideriamo più mature a livello sia dei testi che delle musiche: su tutti il Gen Verde e il Rinnovamento nello Spirito, che riecheggia spesso le produzioni dei carismatici d'oltreoceano.

Senza dimenticare le realtà locali, quali Paolo Spoladore, Pierangelo Ruaro e Giampaolo Battistella, con il quale abbiamo portato avanti per anni un proficuo rapporto di collaborazione.

La realizzazione

Il nostro attuale organico ci consente di utilizzare la modalità del coro per quattro voci miste; per questo motivo, ma solo quando lo riteniamo significativo, riarrangiamo vocalmente i brani che nascono per essere cantati all'unisono.

Soprattutto quando si tratta di animazione liturgica, preferiamo non fare uso dei solisti, ad eccezione dei momenti che in qualche modo lo esigono, come il canto del salmo responsoriale. Crediamo infatti che il coro, inteso come insieme, meglio rappresenti l'assemblea e sia più adatto a stimolarne la partecipazione.

In concerto la situazione è diversa; il solista, attraverso la sua interpretazione, è spesso in grado di trasmettere maggiormente il significato di un brano. Inoltre, l'alternanza tra solo e coro arricchisce la tavolozza timbrica e consente al coro di sopportare meglio l'impegno di un concerto.

Infine, come scelta nostra, privilegiamo la partecipazione il più possibile di tutti, anche se questo a volte può causare un lieve calo qualitativo della proposta musicale.

Quanto all'accompagnamento strumentale, molti di noi sono in grado di suonare più di uno strumento; questo ci consente varie possibilità, sia nel numero che nella composizione dell'organico.

Le varie soluzioni vengono scelte in base alla necessità e alla disponibiltà del momento; nella liturgia preferiamo utilizzare set strumentali ridotti (ad esempio: chitarre acustiche + basso, tastiere o fisarmonica + chitarra acustica + basso); in concerto, al contrario, non solo tendiamo a dare fondo alle nostre capacità, ma anche utilizziamo il sequencer (soprattutto per le parti di batteria) e, a volte, coinvolgiamo degli amici che arricchiscono l'orchestra (il flauto e/o la sezione fiati).

Ultimo aggiornamento: 05.07.2013